mi permetto di dire la mia, pur non essendo a mia volta un sociologo o un antropologo. sicuramente c'è una tendenza verticale nel aumento della popolazione mondiale. e non vi è modo ne maniera di interromperla se non con:
- ferree politiche di controllo delle nascite, sopratutto nei continenti poveri, perchè a ben guardare noi europei il trend è in netta controtendenza, (con tutti i notevoli problemi cui andremo incontro)
In posti come l'Africa o l'India una bella politica restrittiva non guasterebbe.
La Cina lo ha fatto, con la politica del figlio unico, e ha fermato la crescita incontrollata.
Ma dopo decenni non funziona più neanche questo, perché i giovani che con le loro tasse dovrebbero garantire il sostentamento degli anziani usciti dalla produttività diventano troppo pochi.
Ma in Africa e in India chi lavora? In Cina non c'era libertà ma lavoravano eccome!
- enorme e capillare diffusione di ricchezza in tutti i popoli del mondo. laddove la pancia è ben piena certe tendenze si indeboliscono notevolmente.
Diffusione della ricchezza come, scusa? Quelli ricchi regalano a quelli poveri, o li campano di tutto punto? Sono secoli che lo facciamo, che campiamo parassiti, e non funziona.
Ha funzionato solo con la Germania Orientale, che quella Occidentale si accollò dopo la caduta del muro. Ma i tedeschi orientali erano europei, e lavoravano! A riallinearli ci hanno messo solo un decennio, che per le condizioni economiche in cui erano è pochissimo.
Ah, e la Spagna post Franco, lasciata in condizioni pietose. Il re e il nuovo governo ci misero vent'anni ma la fecero tornare un Paese normale. Anzi, oggi per alcuni versi più evoluto di altri. Ma anche loro erano europei, e sapevano come volevano tornare a vivere...
Ma guarda per esempio l'Africa: è un continente da sempre ricchissimo di materie prime (che noi non abbiamo!). Se solo gli africani avessero mai avuto voglia di fare qualcosa, sarebbero secoli che non dovrebbero più elemosinare o emigrare.
Oppure i Paesi musulmani, dove storicamente invece di costruire ricchezza e conservare, devastano tutto. Ovunque nei secoli abbiano dominato, hanno sempre distrutto tutto quel che c'era prima, lasciando poi solo macerie. Basta vedere alla tv le loro città, in che porcaio e sudiciume vivono... Una cultura che prevede bruttezza e povertà (contro bellezza e ricchezza dei Paesi occidentali), pur di non dover fare niente di niente. In Iran ebbero il coraggio di preferire Khomeini (che li riportò indietro di secoli) allo Scià filo-occidentale che aveva istituito l'istruzione obbligatoria e un'economia più simile alla nostra. Per carità, troppa fatica! Salvo poi pentirsene amaramente...
Anni fa un dirigente della Fondazione Kennedy - una delle più note organizzazioni no profit che va in quei Paesi ad aiutarli - mi disse che il problema maggiore stava proprio nell'ignavia di quelle stesse popolazioni. E mi raccontò che mentre tutte le associazioni internazionali si davano da fare per dargli da mangiare, curarli, costruirgli le scuole, gli ospedali, le varie attività... quelli la mattina uscivano dalle capanne, si mettevano seduti poggiati a un albero, aspettavano che qualcuno gli portasse da mangiare, al tramonto si rinfilavano nella capanna e andavano a dormire. E mi spiegava che la cosa più difficile non è aiutarli, ma fargli capire che devono fare qualcosa...
Ma cosa vuoi sperare?!
E quello che ho raccontato non lo dico io che sono una nota cattivona, ma gente che lì ci vive e ci convive. E i libri di storia, ovviamente.