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Silk Road to Samarkand

30 - Silk Road to Samarkand

Ieri sera, di ritorno dal mausoleo di Tamerlano, ho atteso con impazienza che si svolgesse il consueto gioco di luci del Registan ma questo non è accaduto perchè le infrastrutture metalliche occupano ancora molti spazi della piazza. Tuttavia le madrasse sono state illuminate e quindi mi sono consolato con una veduta fantastica e eccitante a cui ha fatto seguito, per comprensibili ragioni, una buona cena a base di spiedini di shashlik.

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Oggi è il mio ultimo giorno del mio peregrinare on the road e spero che stasera il light show del Registan lo coroni degnamente. Mi attarderò molto in quella Piazza perché l’aero che mi riporterà a casa partirà nella notte.
Secondo programma andrò a visitare Shah-i-Zinda stamani e nel pomeriggio troverò un taxi che mi possa condurre a Khoja Akhrar, un interessante complesso religioso del XV secolo che si trova a circa cinque chilometri da Samarcanda e quindi fuori dalle rotte turistiche più gettonate.

Non faccio in tempo a metter piedi fuori dall’albergo perché mi rallegra la visione di un bambino elegantemente in divisa e in procinto di partecipare all’inizio dell’anno scolastico.
Non potevo fare a meno di fotografarlo con il permesso dei suoi genitori e la scena si è ripetuta più in là nel vicolo quando ho incontrato, non accompagnate, tre bambine agghindate con gusto per recarsi a scuola.​

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31 - Silk Road to Samarkand



L’interessante necropoli Shakh-i-Zinda non poteva certo mancare tra leggende e misteri di Samarcanda.

Citazione: “Nascondendo il mistero dell’eternità, come una stella lontana nel cielo si erge misteriosamente tremolante e blu Shakhi Zinda”.

Recandomi a piedi lungo il viale che transita vicino alla moschea di Bibi Khanym e giunge al bazar Syiob che ho percorso lateralmente, sono giunto a un ponte che valica un’arteria stradale molto trafficata. La necropoli si trova in posizione elevata ma comunque al di sotto della collina Afrosiyob ma per non fare molta strada sono passato attraverso un cimitero vero e proprio, arrivando lì dove termina lo stretto passaggio nel quale, da una parte e dall’altra si fronteggiano non meno di venti mausolei e tombe dai colori turchesi e cobalto che scintillano sotto la luce del sole.
Shah-i-Zinda sembra emanare un’atmosfera spirituale fuori dal tempo e dallo spazio e il fatto di guardare dall’alto in basso lo stretto viale tra ricche facciate dei mausolei non fa che accrescere questa sensazione non comune.
L'intera necropoli si sviluppò intorno alla cappella di Kusam Ibn Abbas, cugino del profeta Maometto, che introdusse la religione islamica in Asia centrale; è venerato dai pellegrini locali e protagonista di un’antica leggenda circa il suo arrivo a Samarcanda nel 650, Tamerlano iniziò a seppellire in questo luogo sacro parenti e personaggi importanti, tanto da fargli acquisire già dalla metà del XIV secolo l’attuale particolarità.
Non mi soffermo molto nell’evidenziare la bellezza di questi monumenti e delle decorazioni a motivi geometrici, floreali e calligrafici intrecciati perché più delle mie parole valgono le immagini. Tuttavia non posso far a meno di menzionare quello che mi è parso il prospetto più bello e che appartiene alla tomba di Shadi-Mulk-Aka, nipote di Tamerlano.
continua...

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32 - Silk Road to Samarkand

Tornando da Shakh-i-Zinda mi sono imbattuto negli scolari all’uscita di scuola: un vero spettacolo di giovanissimi scolari in divisa e mi è sembrato che i “bulletti” appoggiati al muro stessero proprio aspettando le ragazze.

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Uno sorpresa divertente e nessuna bambina o ragazzino era, sottolineo, accompagnato o atteso dai genitori. Tutto un altro mondo!

Oggi pomeriggio mi son fatto condurre da un taxi a Khoja Akhrar, un complesso particolarmente interessante e commissionato da Nodir Divan-Begi, reggente di Samarcanda che lo volle edificare per onorare Akhar, illustre mistico islamico morto a Samarcanda intorno al 1490.
Noto con stupore che le decorazioni del portale d'ingresso e della facciata sono simili se non uguali a quelle di Sher-Dor del Registan perché mostrano due tigri/leoni che assaltano i cervi.

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La parte essenziale del complesso architettonico è costituita da una madrassa e da una moschea che sono state ricostruite nel secolo scorso, dopo l’abbandono e l’incuria del tempo, e che hanno riportato alla luce le tipiche decorazioni di maioliche e mosaici di alta qualità.

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A parte la mia non c’è altra presenza umana e nel complesso regna una pace assoluta che forse richiama l'eredità spirituale dell’ascetico Khodja Akhrar.

Di ritorno, mi son fatto lasciare presso il mausoleo di Tamerlano e mi sono diretto a piedi verso il Registan dove conto di assistere stasera al famoso gioco di luci sulle facciate delle note madrase.​

continua…
 
33 - Silk Road to Samarkand
Presumo che il gioco di luci del Registan inizi alle 21 e pertanto ho cercato di trovare un punto di osservazione che mi consenta di godere lo spettacolo nel miglior modo possibile.
Tuttavia, mentre sono impaziente di assistere all’evento, ben prima dell’ora che avevo in mente, è andato un scena il fantasmagorico e colorato show ambito da tutti i presenti sulla spianata.
Sono qui anche per questo ed è una emozione bellissima.

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Più tardi e sorprendentemente, Samarcanda ha voluto concedermi il bis con un altro spettacolo, invero molto più entusiasmante di quello precedente.
Infatti, sazio della sbornia dell’incanto scenico delle luci del teatro, ero quasi pronto a lasciare mestamente il Registan quando ho notato in esso strani movimenti di persone di servizio che con modi sbrigativi cercavano di allontanare tutti coloro che si trovavano nella piazza vera e propria. Altri operai invece erano indaffarati a sistemare due file di almeno cinquanta sedie al limite della piazza che guarda la madrasa Tillya Kari.
Ho pensato che dovesse accadere qualcosa di importante e ho atteso fino a quando si è fatto “buio in sala”ed è andato in scena un bellissimo documentario/show storico dalle origini fino ai tempi recenti che contemplava l’evoluzione del nostro mondo con riferimenti alle conquiste, alla scrittura, all’arte, all’astronomia, ai commerci sulla Via della Seta e alla nascita dell’Uzbekistan come stato indipendente.
Ero in un posto eccellente e ho filmato tutto con il mio iPhone; volevo inserirlo nel forum, ma mi sono accorto che sussiste su youtube e per questo mi astengo mettendo solo il link:
(Registan light show).


E’ stata questa, ancora una volta, una sorpresa, senza dubbio la più spettacolare, che Samarcanda mi ha regalato a conclusione della rotta verso la “meraviglia della terra”, un viaggio tra i più affascinanti e interessanti che io abbia fatto fin’ora.

Vi lascio con l’immagine del bellissimo prospetto architettonico dell’aeroporto di Samarcanda che è quasi un invito a viaggiare, materialmente e metaforicamente, sulle ali del desiderio.

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Grazie a tutti per gli attestati di gradimento con cui graziosamente mi avete omaggiato e un saluto a tutti i naviganti.​

Giovanni
 
Grazie a te Giovanni che con il tuo racconto ci hai portato in terre lontane e ricche di storia. È stato bello viaggiare con te.

p.s. Le foto notturne delle madrasse illuminate sono molto belle.
 
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