Buongiorno! Oggi siamo ad Isafjord, ma vorrei fare un passo indietro di un giorno, a ieri, giornata trascorsa ad Ed Akurery; gli impegni non mi hanno lasciato il tempo di scrivere.
Akureyri è la seconda città dell’Islanda, ma non immaginatevi una metropoli perché conta solo 18.600 abitanti. La cittadina (che in qualsiasi altra nazione verrebbe definita ‘paese’) riesce comunque a far parlare di sé, forse per i suoi bei caffè, gli ottimi ristoranti, le gallerie d’arte e perfino una parvenza di vita notturna: realtà sconosciute alla gran parte delle località dell’Islanda rurale.
Akureyri sorge in fondo all’Eyjafjörður, il fiordo più lungo dell’Islanda (60 km), ai piedi di montagne dalle cime innevate. In estate i giardini in fiore fanno dimenticare che ci troviamo a due passi dal Circolo Polare Artico. Il vivace panorama di manifestazioni invernali e alcune delle piste da sci più belle del paese (compresa qualche possibilità di sciare fuori pista) la rendono una destinazione invitante anche in bassa stagione. Grazie all’atmosfera tranquilla e informale, ai buoni ristoranti e alle valide strutture ricettive, Akureyri costituisce la base ideale per esplorare l’Eyjafjörður e la zona circostante.
A dominare la citttadina è la chiesa simbolo di Akureyri, un edificio costruito in cima alla collina e progettato da Guðjón Samúelsson, l’architetto della Hallgrímskirkja di Reykjavík. Come la chiesa della capitale, anche l’Akureyrarkirkja è di basalto, ma non le somiglia molto e ricorda piuttosto un grattacielo americano stilizzato degli anni ’20.
Costruita nel 1940, la chiesa custodisce un organo a 3200 canne e una serie di moderni bassorilievi che raffigurano episodi della vita di Cristo. C’è anche una nave che pende dal soffitto, secondo l’antica tradizione nordica delle offerte votive per ottenere la protezione delle persone care partite per mare. L’elemento forse più notevole è la bella vetrata centrale che sovrasta l’altare e che in origine apparteneva alla cattedrale di Coventry, in Inghilterra, rasa al suolo durante un bombardamento della seconda Guerra Mondiale.
Oggi abbiamo preso un taxi che ci ha portato in un giro di circa 6,5 ore a rivedere quanto gia’ visto in precedenti occasioni: Godafoss, Mývatn, Dimmuborgir, Grjótagjá, Nature Baths, Hverir Námaskarð, oltre a qualche escursus fuori programma.
Godafoss, la cascata degli dei, non molto alto il salto, ma imponente la portata, costituita da 3 rami principali, molto scenografica.
Myvatn, il “lago dei moscerini”, e’ un lago con una superficie di 37,3 km² e una profondità massima di 4,5 m. È situato in un'area estremamente vulcanica, che ha visto dal 1975 al 1984 nove eruzioni. Sulle sponde sono presenti formazioni laviche create dalle colate incandescenti a contatto con l'acqua fredda, che in alcune zone hanno formato strutture alte anche decine di metri, dette "castelli neri" per il colore della roccia lavica, oppure labirinti nei quali si diramano sentieri percorribili. In altre zone vi sono formazioni dette "pseudo-crateri" create da violente esplosioni di lava bollente, sopra i 1000-1100 °C, spinta con forza nell'acqua fredda; esse si diramano verso lo specchio d'acqua, dando origine in alcuni casi a collinette che dominano il lago e l'area circostante. A breve distanza si possono scorgere pennacchi di fumo bianco proveniente da piccoli crateri comunicanti col sottosuolo e la sagoma del principale vulcano attivo della regione: il Krafla.
Dimmuborgir e’ un campo di lava costellato da moltissimi pilastri e ritiene che questi spuntoni dalla forma singolare siano stati prodotti 2000 anni fa dalla lava fuoriuscita dai crateri di Þrengslaborgir e Lúdentarborgir.
Spesso e’ stato ed e’ teatro di riprese cinematografiche per importanti produzioni ( il Trono di Spade in primis ).
Grjotagja e’ invece un complesso formato da dei piccolissimi laghi sotterranei, dove fino a qualche decennio fa era possibile fare il bagno nelle loro acque calde; fra il il 1975 ed il 1984 delle eruzioni di vulcani non lontani hanno innalzato la temperatura delle acque a circa 60° quindi ora e’ proibito accedervi.
Nature Baths e’ una piscina naturale dove poter fare dei bagni ma viene usata principalmente dai turisti come punto di ristoro, visto il self service presente.
Hverir, noto anche come Hverarönd o Hveravellir, è un’area geotermale situata nella regione nordorientale dell’Islanda, nella valle di Námaskarð. L’area è caratterizzata da una serie di pozze di fango bollente, sorgenti di acqua calda e di vapore, fumarole e depositi di zolfo. La zona è stata formata da un sistema vulcanico attivo che ha causato l’emersione di magma e l’accumulo di calore sotto la superficie della Terra. La pressione e il calore generati dal magma hanno creato un sistema di fratture che consente alla superficie di rilasciare vapore, gas e acqua calda.
La caratteristica più evidente di Hverir è la grande quantità di vapore che si alza dalla superficie del terreno. L’aria è densa di un odore pungente di zolfo, causato dalla presenza di acido solfidrico nell’aria. L’acido solfidrico si forma quando il gas vulcanico si combina con l’ossigeno nell’aria. Le sorgenti di acqua calda sono un’altra caratteristica distintiva di Hverir. L’acqua raggiunge temperature estremamente elevate, fino a 100 gradi Celsius.
Meraviglioso il contrasto di colori presente in questa zona!
Seguono le foto.
Godafoss




