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13/01/2012 -Naufragio Costa Concordia all'Isola del Giglio

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Osservando il lato sinistro dello scafo, dove appare la falla in tutta la sua lunghezza, si legge come in un libro aperto tutta la dinamica dell'incidente.
la nave ha urtato di striscio lo scoglio a circa metà del fianco sinistro, dove lo scafo diventa più panciuto per costruzione.
Osservando la strisciata, questa diventa sempre più profonda, alla fine addirittura un grosso pezzo dello scoglio si è incastonato nella falla staccandosi dalla roccia e qui la falla termina.
Questo deve essere stato il momento di massima vibrazione, quando sono caduti piatti e bicchieri.
Normalmente se vi è collisione di striscio tra scafo e scoglio, il danno è minore in quanto lo scafo dopo la collisione tenderebbe ad allontanarsi, pur riportandone i segni dell'urto.
Qui deve essere entrata in gioco un'altra forza, che ha causato l'effetto apriscatole nella fiancata, cioè una enorme spinta laterale dello scafo contro la roccia.
Se subito dopo l'urto iniziale è stata fatta una rapida accostata col timone tutto a dritta ( tentativo di girare a destra ) con tale manovra si è impressa alla parte centrale e finale dello scafo una enorme forza di scarrocciamento verso sinistra, ( lo scafo sta in acqua , non gira come un treno sui binari ).
Tale enorme forza, sommandosi alla velocità della nave , ha esercitato contro la roccia una pressione enorme, tanto da aprire lo scafo per una settantina di metri come con un enorme apriscatole, forza che alla fine ha fatto strappare il pezzo di roccia di contatto che è rimasto saldamente incastonato nella parte finale della falla.
Se non vi fosse stata questa enorme forza di scarrocciamento a sinistra, questo non sarebbe successo.
Infatti, se subito dopo l'urto si fosse scelta l'accostata rapida a sinistra, lo scafo avrebbe scarrocciato verso destra discostandosi dallo scoglio, che non avrebbe più strisciato contro il fianco della nave.
In questo casi la falla sarebbe stata solo quella del primo impatto, e lo scafo avrebbe certamente riportato un danno più limitato.
Forse la poca lucidità di chi era al timone in quel momento non ha consentito di valutare all'istante la migliore manovra di accostamento , di fatto la virata a destra è stata la più dannosa per lo scafo.

Ma scusa io non credo che la nave sia un gommone? Il tempo di scontrare il timone e che la nave reagisca al comando, a 15 nodi, quanto tempo passa? E secondo te una massa di 60.000 tonnellate a quella velocità, credi possa "rimbalzare" sull'ostacolo?
 
...Mauro anche a me pare più logico il metodo Costa...nel caos come si è tragicamente visto è difficile anche capire cosa è A e cosa è B, immagina dover cercare la scialuppa giusta......Comunque sarà anche stata segnalata la scialuppa ma alla prova d'emergenza su Royal noi siamo andati al nostro Muster Point non ci hanno mica fatto vedere quale era la nostra scialuppa...secondo te come la trovavo nell'emergenza?
 
Adesso che la nave giace ferita e spiaggiata, inclinata di 80 gradi e col rischio di scivolare sul fondo, con tutto il suo contenuto , magari spezzandosi, cosa si aspetta ancora ad ancorarla alla terraferma vicina e compiere un'operazione di raddrizzamento ed allontanamento ?
A mio parere andrebbero agganciate alla parte bassa dello scafo svariate funi d'acciaio, per evitarne lo scivolamento , mentre la parte emersa dovrebbe essere riempita di materiali galleggianti ( grossi palloni d'aria, blocchi di polistirolo o schiume che dilatandosi nell'acqua potrebbero aiutare lo scafo a reggersi a galla ) con l'obbiettivo di raddrizzare l'assetto della nave , anche con scafo semisommerso date le falle .
Così raddrizzato e mollando i cavi lo scafo si potrebbe anche rimuovere e galleggiare , per essere rimorchiato lentamente via dalla zona protetta dalla costa senza farlo affondare fino ad una destinazione di sicurezza, dove potrebbero essere completate le ricerche degli scomparsi ormai presunti cadaveri e del carburante a bordo.

Ma bisognerà pure organizzare a terra dei corpi morti, dei punti di ancoraggio sui quali bloccare i cavi, le catene di ritenuta? O gli dai volta agli scogli? E più facile saldare dei golfari, delle ritenute sullo scafo della nave che non a terra. E secondo te si può raddrizzare la nave con la schiuma e il polistirolo, senza turare la falla/e? Ho dei seri dubbi in proposito.
 
Inutile stare a discutere sulle scialuppe di salvataggio... quanto successo su Concordia è stato determinato da un ordine di abbandono della nave dato con troppo ritardo... se fosse stato dato per tempo... le cose sarebbero andate diversamente... e non ci sarebbero tutti questi morti.

Adesso è fondamentale scongiurare il disastro ecologico all'Isola del Giglio... iniziando con il recupero del carburante. Poi toccherà alla rimozione della nave.
 
è solo una mia sensazione, ma credo che sia più economico sezionarla e rottamarla ...... che aggiustarla in qualche modo, portarla in cantiere e praticamente quasi sostituire lo scafo.....
 
Credo che l'ipotesi di riparare la nave sia già stata accantonata... lo stesso Foschi aveva già parlato di nave venuta a morire al Giglio. Adesso è fondamentale pensare al carburante... poi alla rimozione dell'unità.
 
calcolo quanti secondi a disposizione dopo l'urto per agire sul timone

calcolo quanti secondi a disposizione dopo l'urto per agire sul timone

Mi sembra una manovra ai limiti dell'impossibile però, come facevano ad accostare subito a sinistra dopo il primo impatto? C'era un tempo di manovra sufficiente, considerando la velocità della nave, l'inerzia del movimento e la manovrabilità della stessa dopo l'impatto?

Dicono che la nave procedeva a 16 nodi più o meno.
Il nodo è una unità di misura per la velocità equivalente ad un miglio nautico all'ora (1,852 km/h).
Se moltiplichiamo 16 x 1,852 otteniamo la velocità in Km/h pari a 29, 632 Km/h.
Trasformiamo i Km/h in metri al secondo:
29, 632 Km/h x 1000 / 3600 = 29632 / 3600 = 8,23 metri al secondo
Quindi la velocità istantanea della nave era di circa 8 metri al secondo , la falla sulla fiancata risulta lunga oltre 70 metri , facciamo 72 , quindi 72/8 = 9 secondi .
Quindi dopo l'urto istantaneo , possono essere trascorsi circa 9 secondi durante i quali la nave ha continuato a vibrare strisciando contro lo scoglio.
In questo tempo, enorme per un timoniere sveglio e reattivo, si sarebbe potuto tentare un'accostata, a destra o a sinistra, però non conosciamo la risposta del timone e l'inerzia della nave, ma a mio avviso sarebbe bastato un'accostata con uno scarroccio favorevole anche di pochi metri per distaccarsi dallo scoglio, riducendo il danno.
 
Insisti , ma una massa di quel genere non può cambiare la sua traiettoria in pochi secondi. Anche quando porti tutto il timone alla banda, ne passa di tempo prima di vedere la prua che comincia ad accostare. Senza contare che anche le pale del timone hanno il loro tempo di reazione. La normativa Solas prevede che il timone venga portato da 35° di in lato ai 35° dell'altro in non più di 28 secondi; posso teorizzare che per portare il timone dal centro a tutto sinistra, trascorrano una decina di secondi .................
 
Cambia lo spazio di frenata per un'autovettura in base alla velocità, figuriamoci per una nave.....
Nove secondi? Pure tirando un ipotetico freno a mano, per inerzia avrebbe tirato dritto per chissà quanti metri......
 
Dicono che la nave procedeva a 16 nodi più o meno.
Il nodo è una unità di misura per la velocità equivalente ad un miglio nautico all'ora (1,852 km/h).
Se moltiplichiamo 16 x 1,852 otteniamo la velocità in Km/h pari a 29, 632 Km/h.
Trasformiamo i Km/h in metri al secondo:
29, 632 Km/h x 1000 / 3600 = 29632 / 3600 = 8,23 metri al secondo
Quindi la velocità istantanea della nave era di circa 8 metri al secondo , la falla sulla fiancata risulta lunga oltre 70 metri , facciamo 72 , quindi 72/8 = 9 secondi .
Quindi dopo l'urto istantaneo , possono essere trascorsi circa 9 secondi durante i quali la nave ha continuato a vibrare strisciando contro lo scoglio.
In questo tempo, enorme per un timoniere sveglio e reattivo, si sarebbe potuto tentare un'accostata, a destra o a sinistra, però non conosciamo la risposta del timone e l'inerzia della nave, ma a mio avviso sarebbe bastato un'accostata con uno scarroccio favorevole anche di pochi metri per distaccarsi dallo scoglio, riducendo il danno.
La nave al momento dell'urto era già in accostata a dritta secondo le dichiarazioni di capitan skettino...tanto è vero che era riuscita a scapolare con la prua lo scoglio a babordo, ma la parte poppiera vi ha evidentemente incocciato...
 
Ultima modifica:
Dicono che la nave procedeva a 16 nodi più o meno.
Il nodo è una unità di misura per la velocità equivalente ad un miglio nautico all'ora (1,852 km/h).
Se moltiplichiamo 16 x 1,852 otteniamo la velocità in Km/h pari a 29, 632 Km/h.
Trasformiamo i Km/h in metri al secondo:
29, 632 Km/h x 1000 / 3600 = 29632 / 3600 = 8,23 metri al secondo
Quindi la velocità istantanea della nave era di circa 8 metri al secondo , la falla sulla fiancata risulta lunga oltre 70 metri , facciamo 72 , quindi 72/8 = 9 secondi .
Quindi dopo l'urto istantaneo , possono essere trascorsi circa 9 secondi durante i quali la nave ha continuato a vibrare strisciando contro lo scoglio.
In questo tempo, enorme per un timoniere sveglio e reattivo, si sarebbe potuto tentare un'accostata, a destra o a sinistra, però non conosciamo la risposta del timone e l'inerzia della nave, ma a mio avviso sarebbe bastato un'accostata con uno scarroccio favorevole anche di pochi metri per distaccarsi dallo scoglio, riducendo il danno.
Dai sparane un'altra che vinci il nobel per la fisica.
 
Osservando il lato sinistro dello scafo, dove appare la falla in tutta la sua lunghezza, si legge come in un libro aperto tutta la dinamica dell'incidente.
la nave ha urtato di striscio lo scoglio a circa metà del fianco sinistro, dove lo scafo diventa più panciuto per costruzione.
Osservando la strisciata, questa diventa sempre più profonda, alla fine addirittura un grosso pezzo dello scoglio si è incastonato nella falla staccandosi dalla roccia e qui la falla termina.
Questo deve essere stato il momento di massima vibrazione, quando sono caduti piatti e bicchieri.
Normalmente se vi è collisione di striscio tra scafo e scoglio, il danno è minore in quanto lo scafo dopo la collisione tenderebbe ad allontanarsi, pur riportandone i segni dell'urto.
Qui deve essere entrata in gioco un'altra forza, che ha causato l'effetto apriscatole nella fiancata, cioè una enorme spinta laterale dello scafo contro la roccia.
Se subito dopo l'urto iniziale è stata fatta una rapida accostata col timone tutto a dritta ( tentativo di girare a destra ) con tale manovra si è impressa alla parte centrale e finale dello scafo una enorme forza di scarrocciamento verso sinistra, ( lo scafo sta in acqua , non gira come un treno sui binari ).
Tale enorme forza, sommandosi alla velocità della nave , ha esercitato contro la roccia una pressione enorme, tanto da aprire lo scafo per una settantina di metri come con un enorme apriscatole, forza che alla fine ha fatto strappare il pezzo di roccia di contatto che è rimasto saldamente incastonato nella parte finale della falla.
Se non vi fosse stata questa enorme forza di scarrocciamento a sinistra, questo non sarebbe successo.
Infatti, se subito dopo l'urto si fosse scelta l'accostata rapida a sinistra, lo scafo avrebbe scarrocciato verso destra discostandosi dallo scoglio, che non avrebbe più strisciato contro il fianco della nave.
In questo casi la falla sarebbe stata solo quella del primo impatto, e lo scafo avrebbe certamente riportato un danno più limitato.
Forse la poca lucidità di chi era al timone in quel momento non ha consentito di valutare all'istante la migliore manovra di accostamento , di fatto la virata a destra è stata la più dannosa per lo scafo.

Ma scusa io non credo che la nave sia un gommone? Il tempo di scontrare il timone e che la nave reagisca al comando, a 15 nodi, quanto tempo passa? E secondo te una massa di 60.000 tonnellate a quella velocità, credi possa "rimbalzare" sull'ostacolo?

Dicono che la nave procedeva a 16 nodi più o meno.
Il nodo è una unità di misura per la velocità equivalente ad un miglio nautico all'ora (1,852 km/h).
Se moltiplichiamo 16 x 1,852 otteniamo la velocità in Km/h pari a 29, 632 Km/h.
Trasformiamo i Km/h in metri al secondo:
29, 632 Km/h x 1000 / 3600 = 29632 / 3600 = 8,23 metri al secondo
Quindi la velocità istantanea della nave era di circa 8 metri al secondo , la falla sulla fiancata risulta lunga oltre 70 metri , facciamo 72 , quindi 72/8 = 9 secondi .
Quindi dopo l'urto istantaneo , possono essere trascorsi circa 9 secondi durante i quali la nave ha continuato a vibrare strisciando contro lo scoglio.
In questo tempo, enorme per un timoniere sveglio e reattivo, si sarebbe potuto tentare un'accostata, a destra o a sinistra, però non conosciamo la risposta del timone e l'inerzia della nave, ma a mio avviso sarebbe bastato un'accostata con uno scarroccio favorevole anche di pochi metri per distaccarsi dallo scoglio, riducendo il danno.

Non sono d'accordo, a parte che avendo l'acqua invaso la sala macchine i motori ed il timone probabilmente non erano subito in grado di rispondere ai comandi, ma non funziona per la massa della nave..
A parer mio la nave, specie la poppa è stata anche 'attratta' dallo scoglio in funzione della stessa legge che fa volare gli aerei e che 'risucchia' i ciclisti quando passa un tir in velocità verso la 'poppa' dello stesso..

Ma a prescindere da questa forza, che è di sicuro immensa, cè la massa dello scafo che è immensa, Rodolfo dice 60.000 tonnellate, è quella che impedisce allo scafo di rispondere al volo ad una manovra simile..

Infatti anche nelle grandissime navi in velocità una accostata così non evolve nel modo che ci aspettiamo noi 'terricoli' (lascio la cosa in mano ai 'marinai')..

Quindi in quella condizioni avevi una forza di 'risucchio' verso gli scogli, una verso l'esterno (il timone) ed una che tende a mantenere lo scafo in linea di avanzamento, e questa davvero immensa..

Secondo me se non c'era lo scoglio era anche peggio, la nave era puntata contro l'isola e quindi spiaggiava e chissà con l'urto cosa succedeva..

Sarà assurdo ma è così.. mi dispiace perchè è una accusa a Schettino, ma questo è..

Un saluto
Manlio
 
Ultima modifica:
Grazie Martino, non avevo dubbi che il tuo posto sarebbe rimasto sulla nave fino all'ultimo momento. Ti sei fatto onore, checché ne dicano i detrattori. Un ringraziamento anche per il collega Sandro Cinquini che però non conosco.
 
I timoni di una nave non sono lo sterzo di un'auto.
L'ipotesi che Concordia potesse virare in pochi secondi è pura fantasia.

Il fatto che sul palazzo della Civiltà e del Lavoro c'è scritto che siamo,oltre che poeti ,artisti,eroi, santi,pensatori ,scienziati, un popolo di navigatori non vuol dire che tutti sappiamo pilotare una nave.;)
 
Insisti , ma una massa di quel genere non può cambiare la sua traiettoria in pochi secondi. Anche quando porti tutto il timone alla banda, ne passa di tempo prima di vedere la prua che comincia ad accostare. Senza contare che anche le pale del timone hanno il loro tempo di reazione. La normativa Solas prevede che il timone venga portato da 35° di in lato ai 35° dell'altro in non più di 28 secondi; posso teorizzare che per portare il timone dal centro a tutto sinistra, trascorrano una decina di secondi .................

Esatto, il tuo ragionamento non fa' una piega.........................

Inoltre c'e' da considerare che i suddetti tempi vengono raggiunti con entrambe le pompe del timone in funzione (normalmente 2 pompe per ogni timone) e che normalmente solo una delle due pompe e' collegata sull'emergenza. Per cui se si e' avuto una mancanza di alimentazione con una sola pompa i tempi come minimo raddoppiano.
 
Gli unici ufficiali che sembra siano rimasti a bordo sino alla fine sono: il direttore del servizio sanitario di bordo SANDRO CINQUINI e l'ufficiale di coperta MARTINO PELLEGRINI.... oltre ad un'hostess coreana con la gamba fratturata e all'eroico vice sindaco del Giglio...onore a loro....ma gli altri...
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/01/20/news/medico_di_bordo-nave-concordia-28487123/?ref=HREA-1
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=177962&sez=NORDEST


Cito dall'articolo di Repubblica...

"... c'è stato un primo allarme. 'Tango India' che significa che il personale deve recarsi ai propri posti. Noi siamo andati in ospedale, al piano zero, secondo la procedura. Ma non c'erano feriti e la nave ha cominciato a inclinarsi poco dopo. Con l'allarme di emergenza, bisogna andare sul ponte 4 per l'evacuazione. Metà per ogni lato. Io sono andato su quello sinistro, l'altro medico su quello destro, quello da dove sono poi riuscite a scendere le scialuppe di salvataggio"

"Non è vero che non c'erano ufficiali sulla nave. Molti sono stati sorpresi mentre erano in cabina o al ristorante in abiti civili. Non si riuscivano a distinguere magari, questo sì. Non svettavano con le divise in mezzo al caos ma c'erano. E lo stesso il personale, l'equipaggio, perfino i camerieri. Ognuno ha fatto quello che doveva e sapeva fare. Quattromila persone da gestire sono un'enormità"

Questo non per sminuire quanto fatto da chi è rimasto sul relitto, ma per amor di verità. Quelli che sono scesi con le scialuppe, come ha detto il nostromo nel video qui postato, hanno fatto più viaggi per portare a terra i passeggeri...
 
Ultima modifica:
Rodolfo io sono una neonata in questo forum e dai tuoi commenti deduco che sei una persona molto competente in materia. Credo che in questa vicenda ognuno abbia fatto del suo meglio per salvare le vite umane che in quel momento erano la cosa più importante e che qualsiasi responsabilità venga accertata ed addebitata da coloro i quali stanno indagando su quanto occorso. E' solo questione di tempo e la verità verrà a galla. Non sarà purtroppo la stessa cosa per la Concordia che sta vedendo solamente il fondo del mare. Ad ogni modo i tuoi consigli tecnici sono un aiuto per chi come me vede la nave solo un luogo di vacanza. Grazie
Grazie Martino, non avevo dubbi che il tuo posto sarebbe rimasto sulla nave fino all'ultimo momento. Ti sei fatto onore, checché ne dicano i detrattori. Un ringraziamento anche per il collega Sandro Cinquini che però non conosco.
 
Esatto, il tuo ragionamento non fa' una piega.........................

Inoltre c'e' da considerare che i suddetti tempi vengono raggiunti con entrambe le pompe del timone in funzione (normalmente 2 pompe per ogni timone) e che normalmente solo una delle due pompe e' collegata sull'emergenza. Per cui se si e' avuto una mancanza di alimentazione con una sola pompa i tempi come minimo raddoppiano.

Grazie. Potevi arrivare anche prima!!!:) :)

Facendo un'altra valutazione, ammesso che fosse riuscita la manovra "Tutto timone a sinistra" e che avesse evitato con i quartieri poppieri l'urto sullo scoglio, la prua avrebbe puntato verso terra, non a terra, e procedendo in quella direzione, avrebbe avuto acqua sufficiente sotto la chiglia?
 
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