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Per una volta finisce bene.

Posso chiedere a voi più esperti come mai se il segnale di uomo in mare è stato subito dato e la nave ha impiegato 15 minuti per tornare indietro, ne sono serviti ulteriori 30 (un enormità) per il salvataggio??


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Forse perché non è immediata l'immobilizzazione di una nave di quella stazza, anche con tempi di umana reazione istantanei? Forse perché richiede una serie di procedure da rispettare? Forse anche perché la regola aurea del soccorso di emergenza è "prima di tutto la sicurezza" e non si può scaravoltare una imbarcazione di soccorso in mare con i suoi occupanti come se fosse un sacchetto di alette KFC sul tavolo?
Un esempio per chiarire: Io di fronte ad un arresto cardiaco di paziente che magari era in piscina, col piffero che lo rianimo con il defibrillatore finché la scena non è asciutta e lo stesso il paziente. Altrimenti le vittime saranno due o più di due.
E Credimi, i minuti volano in quei frangenti: un salvataggio di questo tipo in 45 minuti, è decisamente rapido.
 
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A parte che i tempi citati nell'articolo, a mio giudizio sono indicativ, ma dal momento che la segnalazione giunge sul ponte, un certo lasso di tempo, anche breve sarà trascorso, (una trentina di secondi, ipotizzando una ventina di nodi di velocità e centinaia di metri saranno di già tra nave e naufrago) una nave in navigazione di "crociera" ha bisogno di un lungo spazio per rallentare e per invertire la navigazione, secondo manovre già riportate in passato. Certamente non è possibile mettere tutta la barra a dritta o a sinistra per ritornare prontamente sul luogo della "caduta" per evitare "disastri" a bordo; prova considerare una accostata immediata, in velocità, di 180° per ipotizzare cosa può succedere a passeggeri ed attrezzature a bordo. Quindi lo spazio tra il naufrago è destinato ad allungarsi nel tempo che la nave inverte la rotta. E a seconda delle condizioni del mare, basta un leggero moto ondoso, per rendere difficile la sua individuazione, che nel frattempo può essersi spostato dal "MOB" iniziale per effetto delle correnti o del vento; da aggiungere che non è di certo "caduto" indossando la cintura di salvataggio, che aiuta con il suo colore, oltre a tener ben sollevato il busto, nella ricerca , e che se il tentativo fosse stato quello del suicidio, probabilmente non collaborerebbe al suo salvataggio ed ancora, che potrebbe, nella "caduta" aver perso i sensi.
 
Ultima modifica:
Forse non è chiaro il senso della domanda. Ho ben chiaro che una nave di quella stazza richieda tempi lunghi per virare e fermarsi. E francamente non capisco cosa centri il Kfc. Così come mi è chiara la manovra. Io ero già oltre. L'articolo SPECIFICA che la nave in 15 minuti aveva effettuato la manovra. E in effetti 15 minuti mi sono sembrati ragionevoli. È la successiva mezz'ora a destarmi perplessità. La lancia durante le esercitazioni del personale obbligatorie ogni 15 giorni la ho vista calare in 4 minuti (stavo filmando). Vuoi anche che in mare aperto ci metti il doppio del tempo... ma restano scoperti 20 minuti. Un lasso di tempo a mio avviso eccessivo che forse potrebbe richiedere di quantomeno "rivedere" in qualche modo la procedura. Magari, e faccio solo un esempio, in condizioni di buon tempo come quelle mostrate nel video può non essere necessario arrestare e far girare la nave, preferendo calare subito la lancia. Se in condizioni di sole e mare calmo sono necessari 45 minuti per recuperare un uomo in mare... beh a mio avviso la procedura ha dei margini di miglioramento


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Ripeto, i tempi sono indicativi, ma nei 30 minuti non conti la fase di ricerca? Non si tratta solo di mettere a mare la lancia veloce e controllare quanto s'impiega per ammainarla, cronometro alla mano. Hai tanta certezza che una volta la nave ritornata al punto della "caduta" abbia immediatamente individuato il naufrago, o abbia dovuto impegnarsi nella sua ricerca?

Vedo che nella tua immagine hai confidenza con il mare e dovresti sapere che non è facile individuare una "testa" anche in un mare perfettamente piatto dopo essersi allontanati per un lasso di tempo non da poco. Uno degli insegnamenti per il soccorso in mare, anche a brevissima distanza, è il modo di entrare in acqua da parte del soccorritore per non perdere mai di vista la persona da recuperare; non ci si deve certo tuffare di testa per l'entrata in acqua, ma con una precisa posizione, eretta a gambe e braccia aperte perchè la testa non finisca sott'acqua, per non perdere di vista la persona da soccorrere. Pochi secondi potrebbero compromettere la sua individuazione, figurarsi dopo una "quindicina" di minuti trascorsi in mare aperto.

Beato te che hai la certezza che i tempi sono migliorabili, senza aver visto lo sviluppo dell'accaduto. ;) ;)
 
Vigno, credimi perché parlo con cognizione di causa (almeno della fase di soccorso, non in maniera inappuntabile su quella tecnica che non è il mio ambito) ma migliorare i tempi di un soccorso reale, non di un role play di training, è qualcosa che non è facile fare da "dentro", figuriamoci da chi lo ipotizza non avendoci mai avuto a che fare.
Tutte le variabili che ti ha esposto Rodolfo (più altre) vengono ad aumentare il tempo trascorso dal momento in cui c'è un allarme all'avere la situazione in controllo.
Perdonami quindi se ti esorto a riconsiderare le tue posizioni ed i tuoi giudizi da (evidentemente) profano: da fuori è tutto molto facile ed i "io penso che"...i "credo che si possa migliorare"...i "20 minuti mi sembrano troppi" sono offensivi per chi con la sicurezza ed il soccorso ci lavora ogni giorno e redige linee guida e procedure decisamente complesse per fare tutto il possibile in "soli" 45 minuti.
 
Ma cosa c'entra Zarina?! Dire che è uno schifo ci sia gente nel mondo che muore di malattie ormai arcinote è forse un insulto a chi fa ricerca?! Ma cosa dici?! Io dico che nel 2017 con milioni di persone che ogni anno viaggiano in mare 45 minuti per ripescare un povero cristo è un dato che DEVE assolutamente essere migliorato. Non è mica una critica al personale di bordo. Ovvio che se la procedura e i mezzi sono quelli loro hanno fatto il possibile. Io penso, anzi SONO SICURO che 45 minuti per ripescare una persona in un giorno di sole con mare piatto che è stata vista cadere in mare siano troppi. Poi puoi fare infiniti proselitismi a riguardo. Ma il dato è questo. Sennò rimaniamo ai tempi del Titanic che non si caricavano abbastanza scialuppe per tutti con la scusa che sennò gli addetti ai lavori si offendono.


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Onestamente, Vigno, non capisco perché tu abbia posto la domanda. Sei animato solo da certezze, quindi la risposta ce l'avevi già in tasca.
 
Evito di specificare altro.
Se hai l'algoritmo perfetto del soccorso, della timeline da applicare e dell'abbattimento del Δt tra allarme e rientro del disperso, in mare (e nei master di disaster medicine o mass casualty incident come un naufragio) apprezzeranno.
 
La mia domanda era proprio per capire se fossero normali 45 minuti per ripescare un uomo in mare. Buon per voi che vi sentite tranquilli nel sapere che se mai dovesse capitare a voi non vi dia fastidio il pensiero di stare a mollo nell'oceano per così tanto. Io da consumatore che usufruisce più volte l'anno dell'Offerta crocieristica non mi accontento di dire "ci sarà qualcuno che ci pensa va bene così mi accontento". Perlomeno in un forum di discussione porsi degli interrogativi difronte alla possibilità di salvare delle vite umane non mi sembra chissà quale scempio


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Credo che dovresti almeno avere l'umiltà di accettare le motivazioni e le spiegazioni (giacchè quelle mi pare volessi) che ti vengono date da persone che, verosimilmente, conoscono un po' meglio l'argomento.
Non credo di diver esibire le mie qualifiche per poter parlare con cognizione di causa di MCI, soccorso di emergenza e varie.
Mentre chi ti ha risposto in maniera "marittimamente tecnica" (e non sono certo io, che di tecnica ne so quanto di acqua minerale) ha comunque trovato la tua sufficienza.
Gradirei capire se è davvero una tua necessità di comprensione o se a prescindere da ciò che ti venga spiegato, rimarrai della tua idea che "45 minuti sono troppi" che tra l'altro viene motivata davvero poco dalla concezione del "Io pago e voglio il soccorso nei tempi che secondo me sono adeguati" che hai esplicitato.
In caso non ti soddisfi ciò che ti viene detto, ripeto, puoi certamente pensare di creare un algoritmo del soccorso in mare che rispetti dei tempi che secondo te sono adeguati, e che sia indifferente alle molte variabili che ti abbiamo elencato.
Come dicevo, ogni marittimo ed ogni passeggero te ne sarebbe grato a vita.
 
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Proponi dei suggerimenti; come si potrebbe fare per non rimanere 45 minuti in "ammollo", voluto o "cercato", dato che da una nave accidentalmente è impossibile cadere? Facile dire son troppi, criticare e non sviluppare il concetto con osservazioni, suggerimenti, alternative per ridurre questi tempi. Figurarsi poi quando un naufrago viene recuperato, magari ncora in vita, dopo una decina di ore o più.

Proprio perché è un forum di discussioni..... discutine.

Del resto, personalmente, non vedo perché dovrei preoccuparmi, quando le possibilità di cadere accidentalmente in mare sono praticamente nulle.
 
Ame, esercitazioni a parte, sembra che questa persona sia stata estremamente fortunata a salvare la pelle.Se episodi del genere vanno a buon fine penso che il fattore fortuna giuochi un ruolo importanttissimo.
 
Di soluzioni, in parte già applicate, ne esistono e ne esisterebbero diverse. Dai sensori in grado di rilevare oggetti (persone in questo caso) che cadono fuori bordo. Applicazione del cosiddetto "occhio di falco" attualmente applicato in campo sportivo in grado di mantenere nota la posizione dell'uomo in mare. Magari anche semplicemente dotarsi di una lancia di soccorso a sgancio rapido (su ispirazione di quelle presenti sulle cargo). Ripeto, essendo tangibile la possibilità che su milioni di persone trasportare ogni anno qualcuna caschi in mare (ed in effetti accade anche abbastanza spesso...) almeno porsi il problema di pensare di fare qualcosa mi sembra il minimo. E dire "tu non hai le giuste competenze quindi stai zitto" mi sembra un tantino limitante. Allora nessuno che non sia Cracco dovrevbe parlare di cucina. Nessuno che non sia Tomba andare a sciare etc etc. Io non giudico il lavoro di chi ogni giorno salvaguarda la sicurezza in mare. Nel mio paese non esisteva un caserma dei pompieri né un'ambulanza in zona e i tempi per un soccorso arrivavano anche ad un'ora. Senza offendere il lavoro dei soccorritori e senza essere "addetti ai lavori" ci si è posti il problema, ci si è lavorato sopra con PROFESSIONISTI e si è risolto il problema. Se noi croceristi reputassimo che il problema 45 minuti per recuperare un uomo in mare fosse reale si potrebbe farlo notare agli organi competenti, e fare in modo che PROFESSIONISTI si occupino di trovare una soluzione. Ma a quanto pare l'idea di rimanere un'ora dentro l'acqua da fastidio solo a me. Il problema è solo mio. Voi sapete già che non si può fare niente di meglio, che va tutto bene e che solo voi avete chissà quale titolo per discutere dei problemi.

Le probabilità di cadere in acqua sono nulle quando stai all'interno. Qualunque volte metti piede in un ponte bagnato esposto a onde del mare e raffiche di vento, in un contesto di sovraffollamento perenne dei ponti esterni composto da persone maleducate e scomposte che dispongono i lettini un po' dove vogliono (recente esperienza MSC), le probabilità si alzano eccome.
Senza contare i bambini che potenzialmente non capiscono sempre il senso del pericolo.
E credo poi che anche se uno so butta volontariamente deve essere salvato. Almeno finché in questo paese non diventi legale il suicidio, se uno si butta in mare va ripescato.



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Fammi un esempio di una passeggero caduto accidentalmente in mare, o di un bambino, negli ultimi 10 anni, se vuoi anche 20. Ce ne son stati? Sarei davvero curioso di saperlo.

Quasi tutti quelli che son andati fuori bordo, difficilmente lo fanno sotto gli occhi di altri passeggeri, anche se qualche caso c'è stato; scelgono in genere le ore notturne e spazi isolati per mettere in atto i loro propositi.

Prima o dopo verranno anche i sistemi di allertamento "immediato" di un corpo andato fuori bordo; ne esistono già, come potrai aver già letto qui nel Forum. Per ora le compagnie non li ritengono sufficientemente perfetti (a torto? a ragione?), tali da non provocare inutili allarmi, con tutto quel che ne consegue. Logico che le ditte che li producono assicurano un alto indice di affidabilità, ma non totale.

Il problema non è l'allarme "immediato" o la messa a mare di una imbarcazione veloce, che tu stesso hai quantificato in pochi minuti; una a caduta libera impiegherebbe probabilmente meno, ma relativamente poco in meno (nel caso specifico i 45 minuti sarebbero diventati 43?). Il problema è sempre quello dell'individuazione in mare del naufrago, e una nave, anche allarmata prontamente, procedendo in velocità, quanti chilometri si allontana dalla posizione di caduta prima di "fermarsi" e di ritornare sulla propria rotta. Mediamente sai quanto spazio lineare necessita una nave per un Crash Test sempre si possa fare a bordo di una nave passeggeri? E se il mare è mosso e il fatto avviene nell'oscurità, condizione scelta dalla maggior parte degli aspiranti suicidi?

Guarda che il sistema di mantenere nota la posizione della "caduta" esiste già; un pulsantino, presente anche su GPS di uso comune, che proprio si chiama MOB, e memorizza, una volta premuto, le coordinate geografiche. Ma il malcapitato non è caduto su di un marciapiede e lì è rimasto, questo sembra tu non lo voglia intendere. Senza contare che un corpo che cade da una certa altezza ad una trentina di chilometri all'ora, può subire gravi traumi e perdita di coscenza, rimanere inerte anche sotto il pelo dell'acqua, praticamente invisibile.

Ti assicuro che darebbe fastidio anche a me rimanere 45 minuti, o per sempre, in acqua, ma mi auguro sia un aspetto trascurabile, statisticamente parlando, a meno che, un domani, non possa mettere in atto "insani" propositi.

Riconsiderando il tuo suggerimento circa l'"occhio di falco" relativo al gioco del calcio, il pallone, al suo interno, è dotato di microchip; forse bisognerebbe dotarne uno di subcutaneo ad ogni passeggero al momento dell'imbarco? Senza contare che nel gioco del calcio il sistema funziona a distanza di metri, mentre in mare si parla di chilometri.
 
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http://www.lastampa.it/2016/08/15/e...so-in-cina-ir1LewqSViz5UkktXESkQO/pagina.html
http://www.corriere.it/cronache/14_...re-a6fbaa02-b8d1-11e3-917e-4c908e083af6.shtml
http://www.lesignoredeimari.it/ZZNews00232.htm
http://m.ilmattino.it/primopiano/articolo-261281.html

Qua parliamo solo degli ultimi 4 anni, e sono degli articoli riportati dalla stampa italiana. E ti parlo ovviamente solo degli accidentali. Se ne trovano almeno 10 volte in più di casi di tentato suicidio. In più ovviamente aggiungiamoci il caso motivo di questo post. La probabilità di finire in acqua, come vedi, non è così bassa su una nave dove in aggiunta a quello che ho scritto vengono serviti alcolici illimitati. Io dico ad esempio, che allarme immediato con sistema perimetrale anticaduta abbinato al monitoraggio in diretta della posizione del caduto e una lancia pronta ad essere sganciata anche con la nave in movimento (e ripeto faccio SOLO UN ESEMPIO di chissà quanti stratagemmi veri esperti potrebbero ideare se venisse considerato concreto il problema) ridurrebbe i tempi a una decina di minuti massimo.
Io mi riferivo all'occhio nel Tennis, ma anche nel caso di quello calcistico senza fare dello spirito su congegni sottocutanei alla James Bond, mi torna alla mente in post qua nel forum che il futuro delle cruise card si sta muovendo nella direzione di Watch personali. Si tratterebbe di aggiungere un niente a un dispositivo individuale già in fase di utilizzo con Royal.



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Guarda che il termine "cade" viene usato impropriamente dai media; a me non risulta alcun "fuori bordo" accidentale e tantomeno di bambini nella normale vita di bordo, e comunque quelle che hai linkato non sono cadute accidentali, ma "cercate". Ubriachi, non lucidi, giochi pericolosi, seduti per gioco sui corrimano, minacce di gettarsi perché han baruffato con il consorte o l'amante, ma non perché qualcuno sia scivolato in normali condizioni, di questi sì purtroppo se ne verificano, ma non son accidentali. Non certo di quelli che hai dipinto tu nel precedente post. Addirittura lo studente si è lanciato nel vuoto.

Aspettavo i tuo intervento in merito al Medallion; ma secondo te uno che salta coscientemente da una nave si tiene il medaglione al collo, o al polso? Penso sia una delle prime cose che si toglie assieme ad un'altra cosa che quasi abitualmente queste persone mettono in atto, per me inspiegabilmente, ma un motivo ci sarà.

Sì, probabilmente il nuovo sistema potrebbe in qualche modo facilitare le ricerche in caso di "caduta" cercata; sempreché il soggetto lo indossi,e non abbia compromesso la sua esistenza con la caduta, come è successo allo studente . L'avevo già anticipato che col tempo le tecnologie sarebbero migliorate ed adeguate ai tempi, e il "medallion" è una novità, se vogliamo, non ancora introdotta e diffusa a bordo.

Ma contro la volontà di chi si vuol togliere la vita e sceglie di farlo da una nave, ben poco si può fare.
 
Mi sembra azzardato dedurre che se uno ha alzato un po' troppo il gomito inibendo il proprio autocontrollo non meriti un adeguata tempistica di soccorso comunque.
Logico che una persona che vuole togliersi la vita troverà sempre il modo. Ma a tutti gli altri che di certo il braccialetto non se lo tolgono di certo ad esempio potrebbe salvare la vita. Ripeto, si possono trovare mille modi, basterebbe che a qualcuno non stesse bene accontentarsi di 45 minuti di bagno freddo per almeno sedersi a un tavolo e discuterne


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"Mi sembra azzardato dedurre che se uno ha alzato un po' troppo il gomito inibendo il proprio autocontrollo non meriti un adeguata tempistica di soccorso comunque"
Vigno, nessuno ha scritto o dedotto questo.
 
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