Oggi Costa Deliziosa ha fatto scalo a S. Cruz de Tenerife, ultimo porto prima della lunga traversata atlantica.
Quando il sole sorgeva lento sull’Atlantico, la piccola baia di Añazo si svegliava tra silenzi profondi e il mormorio delle onde. Era la fine del XV secolo quando le navi di Alonso Fernández de Lugo apparvero all’orizzonte come sagome d’argento. Gli antichi Guanci, popolo fiero che abitava Tenerife da secoli, osservavano dal Monte del Pilón senza immaginare che quel giorno avrebbe cambiato per sempre il destino dell’isola.
I conquistadores sbarcarono, piantarono una croce, e così nacque Santa Cruz, la “Santa Croce” che avrebbe dato il nome alla futura città.
Il piccolo insediamento crebbe lento, modellato dal vento e dal commercio. Le navi provenienti dall’Europa, cariche di stoffe, vino e speranze, trovavano nella baia un punto sicuro prima di affrontare il grande oceano verso le Americhe. Le strade di terra battuta cominciarono a riempirsi di accenti diversi, mercanti, marinai, esploratori.
Poi venne il 1797. Una flotta inglese si avvicinò minacciosa, guidata da un giovane ammiraglio destinato a diventare leggenda: Horatio Nelson. Santa Cruz, ancora piccola ma fiera, si preparò alla difesa. Le campane delle chiese suonarono all’alba, i cittadini si rifugiarono fra le mura della città, e i cannoni delle fortezze — Castillo de San Cristóbal e Castillo de San Juan — tuonarono contro l’invasore.
La battaglia fu feroce. Nelson avanzò, ma venne colpito duramente e perse un braccio. La sua flotta fu costretta alla ritirata. Santa Cruz, che aveva respinto uno dei più temuti comandanti del suo tempo, scrisse così una delle sue pagine più gloriose.
Nel XIX secolo la città sbocciò. Da porto di frontiera divenne capitale, cuore pulsante delle Canarie. Le sue piazze si riempirono di mercati, teatri, nuove architetture, mentre le navi a vapore portavano notizie e merci dal mondo intero.
Oggi, quando le luci della città si riflettono sulle acque del porto e l’Auditorio di Calatrava brilla come una vela bianca nel vento, è facile dimenticare che tutto iniziò da una piccola baia e una croce piantata sulla sabbia. Ma Santa Cruz conserva ancora il suo spirito: quello di una città che guarda sempre al mare, che resiste e che si reinventa.
Citta’ vivace, ci ha accolto col buio ed una leggera pioggerellina, ma con un clima mite e gradevole!
Roberto ha visitato ed ha illustrato la vecchia capitale di Tenerife…noi passeggeremo nella nuova dove si respira gia’ aria natalizia. Le luci nelle vie e le decorazioni illuminate ne sono testimonianza!



